Il pescatore

Era notte, era mare,
mare impigliato tra lembi di terra.
Era notte, era mare
in quel febbraio del quarantaquattro.
E il piroscafo andava
disorientato e stanco
e noi, ammassati,
in quattromila e più.
E poi lo schianto,
un’isola, i suoi scogli.
Era notte, era mare,
mare nero e profondo.
Smettete di gridare
di chiedere aiuto
che non verrà nessuno.
Nuotare…oppure
cercare di affogare in fretta
e le cibarie degli ufficiali
che galleggiano intorno.
Una beffa alla fame che ho avuto.
Freddo. Scelta obbligata.
Andrò a fondo e avrò
una logora divisa come bara.
Era notte, era mare.
Mi hai afferrato
trascinato a riva.
Un capanno, un fuoco e attorno
una manciata d’uomini nudi,
strappati al mare dalle tue mani,
pescatore di Patroklos.


Note

Naufragio del piroscafo Oria.

L’11 febbraio del 1944 a Rodi, 4046 militari italiani fatti prigionieri dai tedeschi, vennero imbarcati sul piroscafo Oria con direzione Pireo da dove sarebbero stati trasferiti nei campi di prigionia in Germania.

Con loro 90 tedeschi e alcuni greci come equipaggio. Il carico andava ben oltre le disponibilità della nave, peraltro in pessime condizioni.
Il 12 febbraio, presso l’isola di Patroklos, il piroscafo si incagliò tra gli scogli e si spezzò in due parti.

Il naufragio fece più di quattromila vittime.
Si salvarono 21 italiani, 6 tedeschi e 1 greco. Alcuni furono tratti in salvo da un pescatore.
E mio padre tra questi.