IL TALAMO NUZIALE                                     FEB.  '17
Mio marito russa. E allora? Tutti i mariti russano. Russano anche le mogli ma non lo ammetterebbero mai, neppure sotto fustigazione.
Io non russo. Potrei, ma non accade, perché non dormo. Mi trovo infatti seriamente ostacolata nell’accedere a codesto bene salvavita, impegnata come sono ad ascoltare mio marito che per l’appunto, è a sua volta molto impegnato a russare. Al riguardo, l’uomo della mia vita ha sviluppato notevoli competenze e si propone nelle più svariate modalità. Passa dal grugnito del cinghiale, agli sbuffi della polenta in cottura; dal sibilo della pentola a pressione, a momenti di apnea, cosicché lo scuoto per accertarmi che respiri ancora. Allora lui emette un lungo nitrito e ricomincia a russare.
Poiché non esistono posizioni più o meno idonee ad eliminare questa sua frenetica attività notturna, tanto vale lasciarlo lì, così come sta.
Al contrario, nel cercare invano una strategia che mi permetta di sopravvivere, io cambio mille posizioni per notte. Lo so, sarebbe sufficiente che uno di noi due sloggiasse dal talamo nuziale, ma è assolutamente fuori discussione…inaccettabile abbandonare per qualsivoglia motivo la zattera su cui navighiamo, tra marosi e bonacce, da quando “non avevamo l’età”. Significherebbe venir meno a una promessa che ci siamo scambiati, più o meno consapevolmente, da tempo immemorabile.
“ Nella buona e nella cattiva sorte…” recitava il sacerdote in pompa magna. Così deve essere, non facciamo scherzi.
Poiché in riferimento al suddetto talamo, la buona sorte molto probabilmente ce la siamo oramai giocata tutta fino all’ultimo spicciolo, non ci resta che attrezzarci per la sorte rimanente.
A ben vedere, non sussistono molte opzioni oltre a quelle già sperimentate senza successo.
Non hanno funzionato il cerotto sul naso per lui, i tappi nelle orecchie per me, ancor meno una cena leggera per tutti e due, né la melatonina ancora per me o il doppio cuscino ancora per lui.
La partita a questo punto è solo in mano mia; sopraffatta e vinta da tale sarabanda notturna senza soluzione di continuità, non mi resta che sciogliere ogni riserva e cedere alle lusinghe del mio medico. “Quindici  gocce e dormirà sonni beati. Non sentirà neanche le cannonate..” e poiché io, che da sempre sono poco incline all’assunzione di farmaci, mi mostro perplessa, il Dott. X che ben mi conosce, quasi mi leggesse nel pensiero mi rassicura:
” Non le creerà nessuna assuefazione, le prenda tranquilla.”
“ Se fossi tranquilla non avrei bisogno di tranquillanti “, obietto.
Il medico ride….” ma il suo è un problema indotto, non è affatto preoccupante, e queste – intanto mi porge la ricetta – non sono psicofarmaci, agiscono come rilassanti del sistema nervoso, nulla di più. Le ripeto di stare tranquilla.”
Così questa notte mi sono detta…” o.k, aggiudicato, vada per le gocce.” E ora sono qui, con un bicchiere d’acqua in una mano e il contagocce nell’altra.
“ Non sarà mica la fine del mondo! “ penso, e poi giù, tutto d’un fiato.
E’ andata, ora si torna a letto e si dorme.
Mentre mi infilo sotto le coperte noto che questa notte l’altra mia metà è sintonizzata quasi esclusivamente sulla “ modalità grugnito “. La cosa non mi riguarda più, visto che adesso sono munita di antidoto. Alleluja!

Mi sveglia un delizioso profumo di caffè appena fatto. Fatico un poco a realizzare…è domenica e io ho dormito! Ho dormito per davvero, e mi sento alla grande! Caspita se aveva ragione quel caspita del mio medico! Mi stiracchio come una gatta voluttuosa ancora tra le braccia di Morfeo, ma l’intenso profumo del caffè è troppo invitante. Non posso fare altro che alzarmi dal letto e seguirne la scia.
Lì in cucina, seduto davanti a una tazza fumante posata sul tavolo c’è l’amore mio…si volta verso di me, sembra che gli sia passato addosso un tir. Ha gli occhi pesti, l’espressione da sciroccato. Che stia male?  “Che c’è – chiedo, un poco in apprensione – non stai bene? “
Lui mi guarda come se avesse appena visto il suo peggior nemico. Rimane muto per qualche secondo poi esclama con voce stizzita:
” Ma lo sai che cosa hai fatto per tutta la notte? “
Sono stranita: perché ce l’ha con me?
“ Io ? Ho dormito. Finalmente ho dormito! “ Gli sorrido, non voglio uscire così presto dallo stato di beatitudine che mi pervade.
“ E hai russato per ore, ininterrottamente. Sembravi una locomotiva.”
Mi sento trasformata in una statua di sale.
No, questo non me lo doveva dire. C’è pure un recondito sadismo nelle sue parole e anche un pizzico di cattiveria.
“ Se non fosse per il dogma del talamo nuziale sai dove ti manderei? “ penso. Invece replico nell’unico modo possibile…” ma cosa stai dicendo? Io non russo, non ho mai russato in vita mia!”
“ Allora deve essere il tuo cuscino che s’è messo a ronfare – lui incalza impietoso – fatto sta che non ho chiuso occhio. Sono distrutto. “
Non credo alle mie orecchie. Ed è proprio lui che si lamenta! Ora sono veramente infuriata. No, calma. Mi nego qualsiasi reazione aggressiva. Acqua sul fuoco, la soluzione c’è.
Con sua grande meraviglia ( si capiva benissimo che cercava la lite ), gli scocco un gran bacio sulla fronte accigliata, poi allungo la mano sulla confezione delle gocce miracolose e gliela poso vicino alla tazza del caffè.
“Ecco – dico con un leggero sospiro – quindici di queste e non sentirai più neanche le cannonate! “