
La zia aveva avuto dunque cinque figli... “cinque figli e nessun nipote – diceva a volte – il signore non vuole darmi questa soddisfazione. Morti noi, amen”. Ma poi non riusciva a trattenere le lacrime e tutti sapevano il perché ma nessuno diceva niente.
Quando al secondo figlio maschio arrivò la chiamata per la guerra lui si nascose, non voleva andare per nulla al mondo;... “sarai fucilato se diventerai un disertore – implorava sua madre – devi andare, come tutti. Magari sei fortunato e ti infilano in foresteria”. Macché, lui piangeva e scappava; si nascondeva nelle stalle o in cantina o dentro al fieno per le mucche,... “qui non mi troveranno mai...” diceva sragionando, finché qualcuno non lo convinceva con mille parole a rientrare.
C’era chi decretava... “sei un uomo, devi avere coraggio...”, “un uomo”, quale inappropriata definizione per un ragazzo terrorizzato! Altri, rincarando la dose alludeva con un doppio senso... “chi non va bene per il re, non va bene neanche per la regina...”.
Il giorno della partenza fu drammatico. La porta di casa fu chiusa, sbarrata e nascosta la chiave. La madre e le sorelle iniziarono a vestire il povero ragazzo con la forza, ma lui si divincolava e si toglieva tutto quello che gli mettevano addosso. Allora il fratello maggiore, con l’unico braccio a disposizione e un gran male nel cuore gli assestò un bel pugno, proprio in piena faccia; riuscirono così a caricarlo, mezzo tramortito, dapprima sul calesse e poi sulla tradotta che lo avrebbe portato a destinazione, per il suo bene, che altrimenti lo avrebbero fucilato. Aveva diciannove anni il soldatino senza coraggio... morì in prima linea, appena due mesi dopo. Davvero non ci fu per lui nessuna regina.
Un passo tratto
da Storie Semplici
Racconto
- vacanze italiane -